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La Cellulite


La Cellulite detiene la palma di pericolo pubblico numero uno per la donna.

I messaggi fuorvianti dei media e della "cosmetica", legati al mercato delle creme e agli intrugli di sedicenti fattucchiere, hanno generato superficialità ed approssimazione nel campo. Riprendendo il Bacci :"…potremmo paragonare la maggior parte dei trattamenti, ad una mano di vernice su un muro pieno di umidità: certamente l'aspetto del muro sembrerà migliore, ma il compito resta la bonifica del muro per farlo essere sano, piuttosto che apparire tale…"

La Cellulite è una patologia vera e propria; il nome "tecnico" è Dermo-ipodermo-panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica. Si tratta dunque di un'alterazione che interessa:

il pannicolo adiposo (Panniculopatia.)

con caratteristiche edematose ( accumulo di liquidi al di fuori dei vasi)

di fibrosi (aumento delle fibre reticolari)

di sclerosi ( aumento fibre elastiche e tessuto cicatriziale)

In pratica i vasi non sono in grado di portare sangue ossigenato ai tessuti e di ripulirli da sostanze tossiche: ne deriva una sofferenza progressiva delle cellule ed una modificazione dei tessuti che perdono le caratteristiche di elasticità e trofismo.

Il trattamento in palestra riguarderà un intervento sui così detti Fattori Terziari o Aggravanti. Si tratta di tutti quei fattori che possono favorire o aggravare uno stato cellulitico, attraverso meccanismi metabolici e circolatori. Tra questi fattori predisponenti è importante focalizzare l'intervento sul recupero di:

  1. Scarsa componente muscolare, che comporta:

  • insufficienza della pompa muscolare scarso tono del Gluteo, con conseguente crollo gravitario dei tessuti mio - fasciali che lo ricoprono e alterazione del micro-circolo locale ( i classici "buchetti" visibili in stazione eretta)

  1. Difetti posturali e cioè:

  • lavoro in funzione preventiva rinforzando la muscolatura addominale, parascapolare e trocanterica

Difetti nell'appoggio plantare.

Ed è proprio su quest'ultimo punto concentreremo la nostra attenzione, visto che costituisce una delle ultime novità salite alla ribalta (in realtà non si inventa niente di nuovo...)

Non è sbagliato dire che la prevenzione verso la malattia cellulitica parte dal piede. Il buon funzionamento dinamico del piede costituisce il segreto operativo più importante del sistema linfo - venoso degli arti inferiori.

Il piede viene suddiviso in Avampiede, Mesopiede e Retropiede dalle c.d. linee articolari di Chopard e Lisfranc, con cui i chirurghi indicavano le zone dove amputare.

L'avampiede ha una funzione propulsiva ; il Mesopiede svolge un'azione di ammortizzamento; il Retropiede riceve il carico del corpo ad ogni impatto col terreno e provvede a distribuirlo tramite l'articolazione sub- astragalica, al calcagno e al piede.

Il problema degli arti inferiori è che non usufruiscono della spinta diretta di una pompa pulsante come il cuore, tuttavia il piede contiene delle strutture per facilitare il ritorno linfo - venoso:

Soletta venosa di Lejars: la spremitura dinamica di questa struttura favorisce l'azione di pompa muscolare e dunque il ritorno del sangue ai distretti superiori. Si tratta però di un "letto" di capillari molto piccoli che contiene una quantità di sangue ridotta.

Triangolo della volta: nella parte più profonda del piede, composto da Volta Longitudinale Interna, Volta Longitudinale Esterna e Volta Trasversa. Questa struttura contiene le più importanti vene profonde: le vene plantari interne ed esterne. La spremitura di queste vene (oltre che ad ogni movimento significativo di questa area) rappresenta il vero cuore periferico e la più importante funzione vascolare del piede.

Sempre in un'ottica di prevenzione ricordiamo l'importanza di un lavoro su tutta la muscolatura delle articolazioni Tibio- tarsica e Sub - astragalica per compensare un eventuale disequilibrio tra i "tiranti" muscolari.

Ci riferiamo agli atteggiamenti di Eversione (appoggio sull'esterno) e Inversione (appoggio sull'interno) del piede ove vi è una prevalenza dell'azione esercitata dai muscoli Peroneo lungo, breve, terzo e Estensore lungo delle dita nel primo caso e Tricipite surale, Tibiale posteriore e anteriore e Flessore delle dita, nel secondo.

Problematiche di questo tipo causano una irregolare o parziale spremitura delle strutture venose sopra - citate e l'instaurarsi di fenomeni di stasi del sistema linfo - venoso degli arti inferiori.

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