Stacchi Rumeni
Lo stacco rumeno, è un grandissimo esercizio per la catena cinetica posteriore ed è forse uno degli esercizi più usati nelle palestre da coloro che vogliono caricare, vuoi perché relativamente più facile dello stacco da terra o perché confuso con esso.
Per prima cosa, nello stacco rumeno si parte dall’alto, non dal basso. Presa doppia prona, stance dei piedi larghezza spalle.
Così come il goodmorning, l’impulso principale arriva dallo spedire indietro il sedere, mantenendo la schiena iperestesa, e continuando il movimento finché si riesce a tenere la schiena ben tesa e il movimento non viene bloccato dalla tensione dei femorali. L’unica differenza è che il peso lo abbiamo in mano, non sulla schiena come quando facciamo squat.
Pensare a sfiorare sempre il bilanciere sulle gambe mentre si scende, insieme al pensare di spostare il peso sui talloni, sono le due chiavi per eseguirlo al meglio. Mento sempre basso in linea sulla colonna. Tibie sempre verticali, non si devono muovere.
Propongo poi anche una versione dello stacco rumeno che mira ad aumentare lo stretching dei femorali in sostituzione al classico stacco a gambe tese. La differenza principale è che, al contrario dell’originale, dove la schiena si piega pesantemente, si esegue mantenendo sempre la schiena iperestesa,. L’unica differenza, invece, ispetto al rumeno è che il bilanciere va portato lontano dal corpo. In questa variante sconsiglio vivamente di caricare al fine di mantenere lo scopo puramente di allungamento, mentre nello normale stacco rumeno è possibile caricare maggiormente.
Riporto il punto fondamentale da considerare sempre: l’importante è muovere il bacino all’indietro finché si riesce a mantenere la schiena iperestesa
QUANDO FACCIO LO STACCO RUMENO? Personalmente faccio inserire lo stacco rumeno a fine allenamento, ha quasi sempre una funzione di stretching più che di vero e proprio sviluppo della forza, sebbene in molti casi lo utilizzo come esercizio fondamentale propedeutico allo stacco da terra. Il ruolo va deciso a seconda delle esigenze della programmazione.
Fonte Video: UmbertoMiletto